Le aziende di Daniela Santanchè sono al centro delle indagini: ecco come sono stati ottenuti finanziamenti milionari con documenti sospetti.
Nonostante le numerose indagini già in corso, emergono nuovi dettagli sulle pratiche finanziarie delle società di Daniela Santanchè, ministra del Turismo. Tre report di Bankitalia, come riportato da La Stampa, rivelano come siano stati ottenuti prestiti attraverso presunte irregolarità e documentazione falsificata.
Le tecniche della società di Santanchè
Le società di Santanchè sono state capaci di ottenere ingenti somme dalla Banca Popolare di Sondrio, nonostante un debito preesistente considerevole. Il primo prestito, di quasi 3 milioni di euro, è stato firmato direttamente dalla Santanchè, mentre il secondo ha avuto il supporto di una sua lettera. Questa manovra ha permesso alle sue aziende di accedere a garanzie statali sotto false pretese di investimenti e pagamenti non avvenuti, secondo quanto riferisce La Stampa.
Manipolazione della documentazione e rischi per le banche
L’inchiesta, dettagliata da La Stampa, rivela come Visibilia Srl, dopo aver visto respingere una richiesta di prestito da 3 milioni di euro, abbia in seguito presentato una domanda per 2 milioni. Dichiarando falsamente di essere una startup. Questo espediente ha esentato l’azienda dalla presentazione di bilanci in perdita, limitandosi a un bilancio previsionale poi rivelatosi irrealistico.
Ulteriori indagini hanno mostrato che Visibilia Srl ha utilizzato fatture retrodatate, risalenti addirittura al 2009 e al 2010, per ottenere finanziamenti destinati a lavori di ristrutturazione e ammodernamento. Questi documenti hanno giocato un ruolo chiave nell’ottenimento di mutui assistiti da garanzie pubbliche e fondi comunitari, come espone La Stampa.
Il caso di Daniela Santanchè solleva serie questioni sulla gestione delle pratiche bancarie e sulla verifica di autenticità dei documenti presentati per ottenere finanziamenti. Con l’accumularsi delle indagini, cresce l’attenzione sulla responsabilità delle istituzioni finanziarie e sulla necessità di maggiori controlli, evidenzia La Stampa. Vedremo come andrà a finire.